Educare al femminile e al maschile

Fonte: rubrica della rivista Punto Famiglia 2014


Pubblicato il 08/01/2015

Rubrica "Educare al femminile e al maschile"  tutti gli articoli  del 2014

 

Genitori competenti
Punto Famiglia n. 6 Novembre/Dicembre 2014 - Rubrica "Educare al femminile e al maschile"

Per aiutare i nostri figli a crescere in modo sano e coerente con se stessi, con il proprio corpo e in un’armonica relazione con gli altri, occorre ripartire da evidenze tanto scientifiche quanto quotidiane, come le differenze che sussistono tra un maschio e una femmina. La sessualità infatti va considerata all’interno di quella interazione tra elementi dati ed elementi frutto di libera scelta che contribuiscono alla formazione dell’identità individuale. L’identità sessuale infatti, pur se determinata a priori, perché scritta chiaramente nel nostro DNA non è neppure un processo biologico dall’evoluzione e dall’esito automatico, come la digestione o l’invecchiamento: coinvolgendo la totalità della persona, psiche e corpo, essa diventa a tutti gli effetti un processo legato agli atti che si compiono ed è quindi soggetto a libertà e scelta. In questa prospettiva, lo sviluppo dell’identità sessuale va dunque protetta ed educata (nel senso di accompagnata a sbocciare) innanzitutto all’interno del primo, essenziale e inalienabile luogo educativo: la famiglia.

Pubblicato il 08/01/2015

La nascita di Cavallo-Bici
Punto Famiglia n. 5 Settembre/Ottobre 2014 - Rubrica "Educare al femminile e al maschile"

In una mattina fredda e uggiosa, Isabella, particolarmente assonnata e stanca, non aveva alcuna intenzione di andare a scuola. Tuttavia il papà non era totalmente nuovo e impreparato a queste “giornate no” e aveva già imparato una tecnica fondamentale. Al di là dell’importanza di trasmettere il senso del dovere e della responsabilità, se vuoi che un bambino ti segua, devi attrarre la sua curiosità e stimolare la sua naturale propensione al gioco.

Pubblicato il 08/01/2015

Autostima
Punto Famiglia n. 4 Luglio/Agosto 2014 - Rubrica "Educare al femminile e al maschile"

La mamma ha appena finito di sistemare la spilletta in testa, e soddisfatta, si discosta un po’ per rimirare l’effetto: «Sei proprio carina! Vai a vedere quanto sei bella!». Isabella non se lo fa ripetere due volte, si gira, comincia a correre, supera con due balzi lo specchio a muro che sta in ingresso e va diritta da papà: «Papà, guarda quanto sono bella!». L’autostima è comunemente definita come il senso che un individuo ha del proprio valore. Alti livelli di autostima sono stati associati con una migliore capacità di coping, emozioni positive, stabilità emotive e un miglioramento generale del modo di percepire la vita. D’altra parte la bassa autostima è stata collegata a una serie di problemi emotivi e comportamentali come depressione, sviluppo di disturbi alimentari.

Pubblicato il 08/01/2015

Educare al maschile e al femminile nella scuola
Punto Famiglia n. 3 Maggio/Giugno 2014 – Rubrica “Educare al femminile e al maschile”

Andrea Monda è professore di religione della scuola secondaria di secondo grado, ha fatto dell’insegnamento una vocazione. È laureato in giurisprudenza presso l’università statale La Sapienza di Roma e in Scienze Religiose presso la Pontificia Università Gregoriana con una tesi dal titolo Il significato teologico e la pertinenza pedagogica de Il Signore degli anelli di J.R.R. Tolkien. È collaboratore come pubblicista di vari quotidiani e periodici ed è responsabile di vari eventi culturali realizzati con il Centro Studi Americani, la Discoteca di Stato (oggi Istituto centrale per i beni sonori e audiovisivi), il Pontificio Consiglio per la Cultura e altri istituti. È l’attuale Presidente di BombaCarta.

Pubblicato il 08/01/2015

Udito
Punto Famiglia n. 2 Marzo/Aprile 2014 – Rubrica "Educare al femminile e al maschile"

Non è vero che i maschi non ascoltano. È che non sentono proprio! Non c’è moglie o marito, o coppia di fidanzati, che non abbia fiumi di episodi comico-grotteschi in cui l’altro sesso viene descritto, in modo stupito o divertito, come protagonista di comportamenti “incomprensibili” o soluzioni “fuori da ogni logica”. Ma il punto centrale che soggiace al divertimento dei “racconti di genere” è: a quale logica si fa riferimento? In che modo tale logica si costruisce, con quale modo interno si relaziona in modo prevalente, mentre acquisisce e rielabora dati provenienti dall’esterno? Ci chiediamo quindi, più concretamente: le differenze sessuali nell’autonomia del cervello tra uomo e donna, corrispondono a differenze sessuali nelle funzioni del cervello? Esistono differenze significative nel come femmine e maschi sentono, o in come vedono, o in come apprendono? E per quanto riguarda la loro intelligenza? E il modo di relazionarsi e innamorarsi? […]

Pubblicato il 08/01/2015