La famiglia nella sfida digitale, quale speranza?

Fonte: Corriere Cesenate del 19/11/2010


Pubblicato il 23/11/2010

Grande partecipazione al 26esimo convegno delle famiglie, domenica 14 novembre in Seminario a Cesena

La famiglia nella sfida digitale, quale speranza, quale futuro? Questi alcuni dei quesiti al centro del convegno diocesano che si è tenuto domenica scorsa, 14 novembre, presso il seminario di Cesena.

L’incontro, su iniziativa della Pastorale Familiare e col contributo della Pastorale Giovanile della diocesi, ha cercato di far luce sull’intricato mondo dei nuovi media e sul loro utilizzo da parte delle nuove generazioni.

Un universo, quello digitale, senz’altro tutto da scoprire, entusiasmante ma che nasconde svariati rischi connessi all’uso e soprattutto all’abuso della rete, capace di modificare la costruzione dell’identità e delle relazioni.

Alla giornata, sviluppatasi anche attraverso laboratori creativi, ha portato un preziosissimo contributo Tonino Cantelmi, psichiatra, docente di Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione all’Università Lumsa di Roma.

“Stiamo facendo crescere una generazione che non ha più legami veri”, ammonisce Cantelmi in apertura della sua relazione con titolo “E-duc@re. Le relazioni delle giovani generazioni nello scenario digitale: quale speranza per la famiglia?”. Il professore parte dalla constatazione che “la relazione interpersonale è in crisi e sembra lasciare il passo a forme di tecnomediazione che affascinano di più”.

Ma cosa ha determinato la crisi della relazione interpersonale? Cantelmi individua tre fattori determinanti: la ricerca di emozioni forti, l’ambiguità, il narcisismo. “Oggi il messaggio che passa è che una relazione debba coincidere con una emozione, il desiderio legittima scelte fatte in termini emotivi. Non c’è più posto, inoltre, per relazioni stabili e durature. Tutto diventa ambiguo e cosa c’è di più ambiguo di una connessione? Non c’è nulla di più ambiguo del rappresentare se stessi come meglio crediamo attraverso la tecnologia. Infine il narcisismo che è intercettato benissimo dalle nuove tecnologie, basti pensare agli innamoramenti in chat e le amicizie su facebook, la cui fotina sembra essere lo specchio dell’anima”.

Questi fenomeni, unitamente al tema della velocità, sono alla base della profonda crisi della relazione interpersonale, che sempre più acquista “modalità liquide, indefinite, instabili e provvisorie”.

Allora la tecnologia è tutta da buttare? Offre solo prospettive negative ai nostri figli? Si entra nel delicato tema della sfida educativa. “La tecnologia è un mondo da abitare – ha detto Cantelmi – e non solo uno strumento da utilizzare bene o male”.

Come abitare il mondo digitale? “Come genitore dobbiamo intanto conoscere la tecnologia, capendone la portata nella vita dei nostri figli. Dobbiamo evitare che diventi isolante, dobbiamo educare i nostri figli alla bellezza e, soprattutto, avere il coraggio di entrare in relazione con il limite dell’altro”.

Il problema pare dunque essere non tanto l’uso, ma la qualità con la quale si vive il mondo digitale, qualità legata alla dimensione del limite. In questo contesto si assiste anche al fenomeno del silenzio degli adulti e allo smarrimento dei figli, divenuti “orfani senza maestri”. Il compito formidabile di un genitore, per lo psichiatra, è dunque proprio quello di essere “testimone e profeta nello stesso tempo”.

di Michela Mosconi

Fonte: http://www.corrierecesenate.com/2010/11/19/la-famiglia-nella-sfida-digitale-quale-speranza/