Fonte: Il Messaggero del 23/10/2024.
Articolo a cura di Chiara Adinolfi.

Il Messaggero del 23/10/2024 propone un interessante articolo sulle attuali difficoltà dei giovani connesse anche all’abuso delle nuove tecnologie. Una lunga intervista al Prof. Vicari del Bambin Gesù e al prof. Tonino Cantelmi per saperne di più sugli Hikikomori e sul ritiro sociale dei giovani. Quasi sempre la tendenza a chiudersi è accompagnata da un uso patologico della tecnologia. Ma internet, da solo, non è la causa del ritiro sociale: secondo gli esperti la tendenza alla chiusura è sempre multifattoriale: un temperamento timido, associato a un episodio di bullismo o cyberbullismo, o delle figure genitoriali poco presenti A confermare i dati dell’Ospedale pediatrico, anche un centro privato come l’Istituto di Terapia Cognitivo Interpersonale ITCI di Roma, guidato dallo psichiatra Tonino Cantelmi, che parla di vera e propria «emergenza». Ma per l’esperto non bisogna individuare dei colpevoli negli strumenti digitali che ormai, fanno parte della vita quotidiana degli adolescenti. «Il mondo digitale, per i nostri giovani è ormai diventato il mondo reale – spiega – Ma questo non deve far innescare allarmismi. L’uso delle tecnologie può essere anche un’abilità. Solo il 10% dei nostri ragazzi fa un uso patologico della tecnologia. Ma nel caso dei ritirati, quasi tutti hanno una dipendenza». Il motivo è che l’identità digitale “protegge” i giovani dal contesto reale: sui social possono sentirsi accettati, possono perfezionare foto e testi, presentarsi come non riuscirebbero a fare di persona. Ma non sono rare le storie di ragazzi ritirati che, proprio grazie ai social, hanno ripreso contatti con l’esterno. Come Gaia (nome di fantasia), che ha trovato una via d’uscita grazie ai suoi disegni pubblicati su una piattaforma: solo così ha demolito il muro che si era costruita attorno.

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Fonte: Il Messaggero del 23/10/2024