Tecnoliquidità

San Paolo 2013


Pubblicato il 30/07/2013

Secondo l'Autore, il primo a studiare in Italia la tecnodipendenza e I'impatto della tecnologia digitale sulla mente umana, stiamo vorticosamente precipitando in  una "società incessante", sempre attiva, sempre più incapace di staccare la spina, sempre intenta a digitare, a twittare, a condividere, senza differenze tra giorno e notte, tra feriale e festivo, tra casa e ufficio, forse avviata verso una colossale dipendenza dalla "connessione",
In tal modo la rivoluzione digitale e la virtualizzazione della realtà intercettano, esaltano e plasmano alcune caratteristiche dell'uomo liquido: il narcisismo, la velocità, I'ambiguità, la ricerca di emozioni e il bisogno di infinite relazioni light. Tuttavia la caratteristica fondamentale della socialità tecnoliquida consiste nella pervasiva tecnomediazione della relazione. Queste osservazioni confermano che la virtualizzazione della relazione e la sua spiccata tecnomediazione eleggono una nuova forma di relazione: la connessione.
In fondo, però, si ha la sensazione che la fine della società di massa e il transito nella tecnoliquidità postmoderna dovranno fare i conti con I'esasperazione della solitudine esistenziale dell'individuo e forse non sarà Facebook, ne Twitter o neanche ogni altra forma di "socializzazione virtuale" a placare I'irriducibile bisogno di "incontro con I'altro da-se" che  è proprio dell'uomo e della donna di ogni epoca: il bisogno di "incontro con I'altro" nell'autenticità è così prepotente e vitale che oltrepasserà il mondo tecnoliquido.